IT | EN

12/12/2014

15.12.2014: PUBBLICAZIONE del 'NONETTO' di GIOVANNI SGAMBATI

Nell'edizione critica di Roberto Fiore

Dato per scomparso o perduto su alcuni cataloghi ufficiali ed alcune enciclopedie musicali, dopo centoquarantotto anni il "Nonetto per Archi" di Giovanni Sgambati vede finalmente la luce della stampa ufficiale con la Casa Musicale Sonzogno, a cui Sgambati offrì i suoi servigi come uno dei tre giurati del concorso che vide vittorioso Pietro Mascagni con la Cavalleria Rusticana.

 

Il “Nonetto” non fu pubblicato dal compositore perché lo considerava troppo difficile, proprio come riporta Carlo Mannucci, biografo del tempo, che nel suo libro L'arte a Roma: Biografie dei maestri di musica, pubblicato nel 1881, ci racconta: "Nel 1867, compose un Nonetto per soli strumenti ad arco, lavoro di grande dottrina, ma che lo Sgambati non credette opportuno pubblicare, stante la eccessiva difficoltà di esecuzione".

 

D'altro canto, durante la lettura delle prime pagine del manoscritto, sorge immediato il  pensiero di una musica dall'intrinseca bellezza che non poteva, ne' doveva, rimanere sconosciuta. 

 

Il brano fu originariamente pensato per nove archi, così come riporta già nel 1881 il biografo Mannucci. In tal senso le ipotesi, slegate dall'analisi della scrittura evidentemente solistica, e non per sezioni, cadono e ci riportano ai problemi di eseguibilità riscontrati dallo stesso compositore.

 

Il “Nonetto” rimane in qualsiasi caso un brano complesso ed illuminato; Sgambati riuscì a creare una sequenza di piani melodici ed armonici, divisi in tre movimenti. Il brano è in forma non assimilabile a quella della forma sonata, ma più vicino all'idea della  forma  lisztiana, con episodi ricorsivi che si stratificano, anche grazie all'uso brillante e coraggioso del contrappunto.

 

Sgambati propose ai suoi contemporanei, e a noi oggi, l'esistenza concreta di un vero romanticismo strumentale italiano, che risultò insolito in quel periodo in cui in Italia si componeva principalmente Opera.

 

Il “Nonetto” assume, insieme a tutta l'opera di Sgambati, un valore musicale storico per la cultura italiana ed europea, aggiungendo un tassello al puzzle, ancora incompleto, della nostra musica di quel tempo.

 

www.robertofiore.it